In questo caso è una risposta a me, ma l'universalità del mito, interesserà sicuramente tutti voi.
Tra l'altro si è sempre creduto che questo passaggio di vita interessasse solo il mondo maschile, ma questo non è affatto vero.
Mai come ora le donne non si staccano più dalle madri: e così' niente crescita......FATE MOLTA ATTENZIONE A QUESTO
Ricordate l'abito tutto d'un pezzo che la madre aveva filato in casa per Parsifal?
E' questa reminiscenza, conservata sotto l'armatura da cavaliere, che impedisce al ragazzo di apprezzare il Graal quando lo vede.
Fino a che l'uomo rimane avviluppato nel complesso materno non può apprezzare il Graal o, ancora peggio, non può formulare la domanda che guarirebbe la ferita del Re Pescatore.
E' un compito difficile, per un giovane, liberarsi dell'abito tessuto dalla madre.
Molti non riescono mai a spogliarsi del complesso materno, che è ciò che il vestito fatto in casa simbolizza.
Per analizzare questa critica questione, dobbiamo fermarci a discutere la relazione dell'uomo con il femminile.
Sei sono le relazioni di base che l'uomo intrattiene con il mondo femminile.
Tutte e sei gli sono utili e ciascuna è dotata di una sua nobiltà; soltanto la contaminazione dell'una con l'altra crea difficoltà, difficoltà che sono cruciali per il passaggio dell'uomo attraverso la vita.
Vi prego di leggere molto ATTENTAMENTE ciò che segue.
Vi consiglio vivamentissimamente di fare un copia/incolla e portarvelo sempre dietro per un pò...un foglietto, sul cellulare..dove volete: fatelo.
Ciò che segue è l'arcano svelato delle diatribe dell'umanità tutta.
Da questo arcano si dipana la forza e l'armonia, da questo arcano s'innesca ogni male del mondo...
A voi, ora, la vostra scelta...fate il vostro gioco..
Questi sei elementi femminili nell'uomo sono:
Tutte e sei gli sono utili e ciascuna è dotata di una sua nobiltà; soltanto la contaminazione dell'una con l'altra crea difficoltà, difficoltà che sono cruciali per il passaggio dell'uomo attraverso la vita.
Vi prego di leggere molto ATTENTAMENTE ciò che segue.
Vi consiglio vivamentissimamente di fare un copia/incolla e portarvelo sempre dietro per un pò...un foglietto, sul cellulare..dove volete: fatelo.
Ciò che segue è l'arcano svelato delle diatribe dell'umanità tutta.
Da questo arcano si dipana la forza e l'armonia, da questo arcano s'innesca ogni male del mondo...
A voi, ora, la vostra scelta...fate il vostro gioco..
Questi sei elementi femminili nell'uomo sono:
• La madre umana.
Si tratta della donna reale (REALE!!!!) che gli è stata madre, con tutte le sue idiosincrasie, caratteristiche individuali e con la sua unicità.
Si tratta della donna reale (REALE!!!!) che gli è stata madre, con tutte le sue idiosincrasie, caratteristiche individuali e con la sua unicità.
• Il complesso materno.
Questo risiede interamente dentro l'uomo. Si tratta del suo desiderio regressivo di ritornare a essere bambino, allo stato di dipendenza dalla madre. E il desiderio dell'uomo di lasciar perdere, il suo disfattismo, la fascinazione sotterranea che gli incidenti o la morte esercitano su di lui, la sua richiesta che gli altri si occupino di lui. Tutto questo è puro veleno nella psicologia dell'uomo. (immaginate cosa può succedere ad una donna?)
Questo risiede interamente dentro l'uomo. Si tratta del suo desiderio regressivo di ritornare a essere bambino, allo stato di dipendenza dalla madre. E il desiderio dell'uomo di lasciar perdere, il suo disfattismo, la fascinazione sotterranea che gli incidenti o la morte esercitano su di lui, la sua richiesta che gli altri si occupino di lui. Tutto questo è puro veleno nella psicologia dell'uomo. (immaginate cosa può succedere ad una donna?)
• L'archetipo materno.
Se il complesso materno è puro veleno, l'archetipo materno è oro puro, è la metà femminile di Dio, la cornucopia dell'universo, la madre natura, la generosità che si riversa liberamente su di noi.
Non potremmo vivere neppure un minuto senza la generosità dell'archetipo materno, al quale ci possiamo sempre affidare, che ci nutre e ci sostiene.
Se il complesso materno è puro veleno, l'archetipo materno è oro puro, è la metà femminile di Dio, la cornucopia dell'universo, la madre natura, la generosità che si riversa liberamente su di noi.
Non potremmo vivere neppure un minuto senza la generosità dell'archetipo materno, al quale ci possiamo sempre affidare, che ci nutre e ci sostiene.
• La fanciulla.
Si tratta della componente femminile nella struttura psichica di ogni uomo ed è la compagna interiore o l'ispiratrice della sua vita. È Bianche Fleur, è la Dulcinea di Don Chisciotte, la Beatrice di Dante.
È lei che conferisce senso e colore alla vita, la parte psicologica che Jung ha chiamato 'Anima', cioè colei che anima e porta la vita.
Si tratta della componente femminile nella struttura psichica di ogni uomo ed è la compagna interiore o l'ispiratrice della sua vita. È Bianche Fleur, è la Dulcinea di Don Chisciotte, la Beatrice di Dante.
È lei che conferisce senso e colore alla vita, la parte psicologica che Jung ha chiamato 'Anima', cioè colei che anima e porta la vita.
• La moglie o la compagna.
Si tratta della donna in carne e ossa che condivide il viaggio esistenziale dell'uomo, la sua compagna umana.
Si tratta della donna in carne e ossa che condivide il viaggio esistenziale dell'uomo, la sua compagna umana.
• Sophia.
Si tratta della Dea della Saggezza, la metà femminile di Dio, la Shekinah del misticismo ebraico. E sconvolgente per l'uomo scoprire che la Saggezza è femminile, ma tutte le mitologie sottolineano questo fatto.
Si tratta della Dea della Saggezza, la metà femminile di Dio, la Shekinah del misticismo ebraico. E sconvolgente per l'uomo scoprire che la Saggezza è femminile, ma tutte le mitologie sottolineano questo fatto.
Tutte queste qualità femminili sono utili all'uomo, persino il complesso materno, che è la qualità più difficile.
Nel capolavoro goethiano, Faust deve affidarsi al complesso materno perché lo porti nel luogo delle madri per la sua redenzione finale.
E' soltanto la mescolanza o la contaminazione di un aspetto con un altro a provocare un malessere profondo.
Il genere umano ha una tremenda propensione per combinare questi pasticci. Esaminiamo alcune di queste contaminazioni e osserviamo la distruzione che ne consegue.
Nel capolavoro goethiano, Faust deve affidarsi al complesso materno perché lo porti nel luogo delle madri per la sua redenzione finale.
E' soltanto la mescolanza o la contaminazione di un aspetto con un altro a provocare un malessere profondo.
Il genere umano ha una tremenda propensione per combinare questi pasticci. Esaminiamo alcune di queste contaminazioni e osserviamo la distruzione che ne consegue.
Se un uomo contamina la propria madre umana con il proprio complesso materno, colpevolizzerà la sua vera madre per la qualità regressiva che pervade il complesso materno e vedrà, quindi, la madre come una strega che tenta di sconfiggerlo.
È piuttosto comune che un giovane colpevolizzi la madre, o il sostituto materno, per il proprio complesso materno regressivo.
È piuttosto comune che un giovane colpevolizzi la madre, o il sostituto materno, per il proprio complesso materno regressivo.
Se l'uomo contamina l'immagine della propria madre interiore con l'archetipo materno, si aspetterà che la madre reale incarni per lui la dea della protezione, un ruolo che soltanto l'archetipo può sostenere.
L'uomo porrà richieste ridicolmente eccessive all'aspetto materno del mondo e si aspetterà che il mondo gli dia di che vivere, preferibilmente senza sforzo da parte sua.
L'uomo porrà richieste ridicolmente eccessive all'aspetto materno del mondo e si aspetterà che il mondo gli dia di che vivere, preferibilmente senza sforzo da parte sua.
Se l'uomo contamina la propria Anima, o fanciulla interiore, con la sua immagine interiore della madre, si aspetterà che la sua donna interiore gli faccia da madre.
Una contaminazione assai comune consiste nella sovrapposizione di madre e moglie. L'uomo che cade in questa confusione si aspetterà che la moglie gli faccia da madre invece che da compagna di vita. Chiederà alla moglie di soddisfare per lui le proprie aspettative materne.
Poiché Sophia non è forte nella vita di ogni uomo, questa componente non è sempre presente. Se l'uomo confonde la madre e Sophia, doterà la propria madre di una saggezza divina che nessun essere umano può sostenere: «La mamma sa tutto»... e l'archetipo di Sophia forma una combinazione sbagliata.
Lascio le altre combinazioni o contaminazioni alle vostre indagini: sono tutte negative. Non è il femminile a essere negativo, ma la contaminazione dei livelli di coscienza.
NO COMMENT
Per ritornare a Parsifal e al perché del suo fallimento al castello del Graal, possiamo concludere che fu il fatto di non togliersi di dosso il vestito filato dalla madre, il complesso materno, a costargli la forza e la chiarezza necessarie a formulare la domanda che Gournamond gli aveva insegnato.
Nessun uomo può porsi in relazione con il Graal su base permanente se il suo complesso materno si interpone tra lui e la sua forza maschile originaria.
Ci vorranno vent'anni di arduo errabondaggio per il mondo perché Parsifal possa spogliarsi dell'abito fatto in casa in modo da poter essere quel maschio forte in grado di reggere la bellezza del Graal, il sommo simbolo dell'archetipo materno.
Fino a quando un uomo rimane coperto dall'abito fatto dalla madre, può condividere il Graal soltanto in occasionali incontri fortuiti e non può risanare la ferita del Re Pescatore.
Gli anni che Parsifal spende nelle sue esperienze avventurose lo spingono tutti verso l'abbandono di quell'abito fatto in casa: a metà della vita, c'è ancora una possibilità di stabilire un contatto con il castello del Graal.
Il Graal è sempre vicino e disponibile in qualsiasi momento, ma i 16 e i 45 anni, che segnano momenti di cambiamento, sembrano i due passaggi nella vita dell'uomo in cui esso è più facile da trovare.
(vi riconoscete?)
La processione miracolosa avanza in ogni notte della vita nel castello del Graal, ma è soltanto in momenti particolari della vita (e quindi soltanto quando l'uomo è pronto) che l'uomo ha facile accesso allo splendore del castello del Graal.
Nessun uomo può porsi in relazione con il Graal su base permanente se il suo complesso materno si interpone tra lui e la sua forza maschile originaria.
Ci vorranno vent'anni di arduo errabondaggio per il mondo perché Parsifal possa spogliarsi dell'abito fatto in casa in modo da poter essere quel maschio forte in grado di reggere la bellezza del Graal, il sommo simbolo dell'archetipo materno.
Fino a quando un uomo rimane coperto dall'abito fatto dalla madre, può condividere il Graal soltanto in occasionali incontri fortuiti e non può risanare la ferita del Re Pescatore.
Gli anni che Parsifal spende nelle sue esperienze avventurose lo spingono tutti verso l'abbandono di quell'abito fatto in casa: a metà della vita, c'è ancora una possibilità di stabilire un contatto con il castello del Graal.
Il Graal è sempre vicino e disponibile in qualsiasi momento, ma i 16 e i 45 anni, che segnano momenti di cambiamento, sembrano i due passaggi nella vita dell'uomo in cui esso è più facile da trovare.
(vi riconoscete?)
La processione miracolosa avanza in ogni notte della vita nel castello del Graal, ma è soltanto in momenti particolari della vita (e quindi soltanto quando l'uomo è pronto) che l'uomo ha facile accesso allo splendore del castello del Graal.
In teoria, un uomo dovrebbe poter rimanere nel castello del Graal subito la prima volta.
I monaci benedettini, nell'Europa medioevale, esercitavano questa possibilità nella pratica monastica: prendevano i bambini alla nascita, li allevavano nel castello del Graal e non li lasciavano mai uscire, in senso psicologico.
Non erano mai soggetti alle pressioni del mondo, al corteggiamento, al matrimonio o a qualsiasi struttura di possesso o di potere in senso mondano.
Non ho mai conosciuto nessuno che fosse reduce da una simile esperienza e nemmeno penso che essa sia possibile per una persona di oggi.
Può essere che una strada di questo tipo sia praticabile per una mentalità medioevale o per una persona che, oggi, abbia un carattere del genere.
I monaci benedettini, nell'Europa medioevale, esercitavano questa possibilità nella pratica monastica: prendevano i bambini alla nascita, li allevavano nel castello del Graal e non li lasciavano mai uscire, in senso psicologico.
Non erano mai soggetti alle pressioni del mondo, al corteggiamento, al matrimonio o a qualsiasi struttura di possesso o di potere in senso mondano.
Non ho mai conosciuto nessuno che fosse reduce da una simile esperienza e nemmeno penso che essa sia possibile per una persona di oggi.
Può essere che una strada di questo tipo sia praticabile per una mentalità medioevale o per una persona che, oggi, abbia un carattere del genere.
In India, vi è una setta monastica che prova ad assicurare il castello del Graal in un altro modo.
I ragazzi vengono tenuti nella reclusione monastica dalla nascita fino all'età di sedici anni, età in cui vengono fatti sposare e, quindi, sono ricondotti alla vita monastica dopo la nascita del primo figlio.
In questo modo, il tempo che intercorre tra i due castelli del Graal è di un anno soltanto invece dei trent'anni che di solito separano i due incontri, a sedici e a quarantacinque anni.
Anche questa possibilità può essere praticabile per personalità molto semplici, di tipo medioevale, ma non da noi (e, inoltre, ci si chiede che ne è della moglie e del figlio!) e io mi chiedo..non è che queste pratiche sostituiscano invece la funzione materna e diventano esse stesse materne a vita?
I ragazzi vengono tenuti nella reclusione monastica dalla nascita fino all'età di sedici anni, età in cui vengono fatti sposare e, quindi, sono ricondotti alla vita monastica dopo la nascita del primo figlio.
In questo modo, il tempo che intercorre tra i due castelli del Graal è di un anno soltanto invece dei trent'anni che di solito separano i due incontri, a sedici e a quarantacinque anni.
Anche questa possibilità può essere praticabile per personalità molto semplici, di tipo medioevale, ma non da noi (e, inoltre, ci si chiede che ne è della moglie e del figlio!) e io mi chiedo..non è che queste pratiche sostituiscano invece la funzione materna e diventano esse stesse materne a vita?
Se l'esperienza del castello del Graal è molto forte, può quasi invalidare un ragazzo.
Quei giovani che vagabondano senza un apparente obiettivo o motivo sono spesso giovani semiaccecati dall'esperienza del castello del Graal.
Quei giovani che vagabondano senza un apparente obiettivo o motivo sono spesso giovani semiaccecati dall'esperienza del castello del Graal.
Molti uomini trovano l'esperienza dei castelli del Graal così dolorosa, così incomprensibile da rimuoverla immediatamente e dire: «Non ricordo».
Ma non riusciamo a liberarci dell'esperienza, come del resto non riusciamo a liberarci di tutto ciò che rimuoviamo nell'inconscio: la ritroviamo ovunque, dietro ogni albero, girato ogni angolo, alle spalle di ogni persona che incontriamo.
La fame di un 'qualche cosa', l'irrequietezza del sabato sera, lo stridore dei pneumatici dietro l'angolo sono tutti echi della fame, non così lontana, del castello del Graal.
La ricerca adotta molti linguaggi per presentarsi.
Ma non riusciamo a liberarci dell'esperienza, come del resto non riusciamo a liberarci di tutto ciò che rimuoviamo nell'inconscio: la ritroviamo ovunque, dietro ogni albero, girato ogni angolo, alle spalle di ogni persona che incontriamo.
La fame di un 'qualche cosa', l'irrequietezza del sabato sera, lo stridore dei pneumatici dietro l'angolo sono tutti echi della fame, non così lontana, del castello del Graal.
La ricerca adotta molti linguaggi per presentarsi.
Tanti dei comportamenti da galletto dei giovani non sono che un tentativo di distogliersi dall'esperienza del castello del Graal.
Gli fa tanto male che non la possono sopportare e cercano di convincersi di essere dei veri duri per sfuggire al dolore.
Gli fa tanto male che non la possono sopportare e cercano di convincersi di essere dei veri duri per sfuggire al dolore.
Molta pubblicità gioca su questa fame.
Non ho idea di quanto consapevolmente i pubblicitari lo facciano, ma di certo hanno un inquietante modo di far affiorare questa fame in noi: si può vendere a un uomo praticamente qualsiasi cosa se, indirettamente, la si chiama Graal.
Non ho idea di quanto consapevolmente i pubblicitari lo facciano, ma di certo hanno un inquietante modo di far affiorare questa fame in noi: si può vendere a un uomo praticamente qualsiasi cosa se, indirettamente, la si chiama Graal.
Anche l'eccitazione e il richiamo delle droghe derivano principalmente dal modo magico in cui sanno riproporre il ritorno all'estasi del castello del Graal.
Le droghe inducono un'esperienza estatica e conducono in un mondo di visioni, ma lo fanno nel modo sbagliato ed esigono un prezzo tremendo.
Il modo giusto non richiede necessariamente un tempo lungo o una strada lunga; ma non ci sono scorciatoie.
Se si bara durante il processo, il ponte levatoio può richiudersi al momento sbagliato e intrappolare nella pazzia o in una sofferenza infernale.
Le droghe inducono un'esperienza estatica e conducono in un mondo di visioni, ma lo fanno nel modo sbagliato ed esigono un prezzo tremendo.
Il modo giusto non richiede necessariamente un tempo lungo o una strada lunga; ma non ci sono scorciatoie.
Se si bara durante il processo, il ponte levatoio può richiudersi al momento sbagliato e intrappolare nella pazzia o in una sofferenza infernale.
Quando pensiamo che qualche cosa o qualcuno sazierà la fame del Graal che sentiamo dentro, nessun prezzo ci sembrerà troppo alto.
Molte delle motivazioni della tarda adolescenza (la temerarietà, la velocità sfrenata sull'autostrada, le droghe) derivano dalla fame del Graal.
Molte delle motivazioni della tarda adolescenza (la temerarietà, la velocità sfrenata sull'autostrada, le droghe) derivano dalla fame del Graal.
Se il giovane cerca di sfuggire alla ricerca del Graal, in uno dei molti modi possibili, si troverà ben presto ad essere un vecchietto capriccioso.
Una volta chiesi a un amico come stesse. Molto onestamente, rispose: «Beh, Robert, mi stanno venendo un sacco di manie».
Il Graal è molto lontano in un momento simile.
Il Graal è molto lontano in un momento simile.
Le esperienze che la donna fa del Graal sono molto diverse da quelle dell'uomo.
Lei non lascia (lasciava!) mai il castello del Graal e mantiene un senso di bellezza, di connessione, un sentirsi a casa nell'universo che l'uomo non possiede.
L'uomo crea a partire dalla propria irrequietezza; la donna crea perché sa quello che è sempre stato.
Parsifal deve partire per una serie quasi infinita di avventure cavalleresche; Bianche Fleur se ne rimane nel suo castello.
Lei non lascia (lasciava!) mai il castello del Graal e mantiene un senso di bellezza, di connessione, un sentirsi a casa nell'universo che l'uomo non possiede.
L'uomo crea a partire dalla propria irrequietezza; la donna crea perché sa quello che è sempre stato.
Parsifal deve partire per una serie quasi infinita di avventure cavalleresche; Bianche Fleur se ne rimane nel suo castello.
Albert Einstein, da vecchio, disse: «Quella stessa solitudine che da giovane mi faceva tanto soffrire, adesso mi riscalda»: aveva restaurato il castello del Graal e aveva imparato a farlo in una vita eroica di cavaliere moderno.
Molti uomini cercano di delegare a una donna reale il compito di saziare la loro fame del Graal.
Questo significa chiedere a una donna di assumersi un ruolo che non può assolutamente incarnare (chi mai può essere un archetipo vivente?) e non vedere il miracolo che essa è di per sé.
Questo significa chiedere a una donna di assumersi un ruolo che non può assolutamente incarnare (chi mai può essere un archetipo vivente?) e non vedere il miracolo che essa è di per sé.
L'attuale fascinazione esercitata dalle religioni orientali rappresenta una ricerca diretta del Graal.
Gli orientali non si sono mai spezzati in due come abbiamo fatto noi occidentali e non hanno mai diviso il mondo sacro da quello profano nel modo tragico in cui lo abbiamo fatto noi.
Nessun orientale tradizionale perde mai la strada del castello del Graal. I maestri asiatici ci guardano e dicono: «Che cosa sono mai questa grande fretta e questa grande fame che ci sono in voi?» Qualcuno ha parlato di noi come di «quei rapaci uccelli ariani».
Un popolo alle prese con una ricerca così urgente è senz'altro formidabile.
Gli orientali non si sono mai spezzati in due come abbiamo fatto noi occidentali e non hanno mai diviso il mondo sacro da quello profano nel modo tragico in cui lo abbiamo fatto noi.
Nessun orientale tradizionale perde mai la strada del castello del Graal. I maestri asiatici ci guardano e dicono: «Che cosa sono mai questa grande fretta e questa grande fame che ci sono in voi?» Qualcuno ha parlato di noi come di «quei rapaci uccelli ariani».
Un popolo alle prese con una ricerca così urgente è senz'altro formidabile.
Il ponte levatoio ci fornisce una chiave per capire la natura del castello del Graal: esso non esiste nella realtà fisica.
È una realtà interiore, è visione, poesia, esperienza mistica e non può essere reperito in alcun luogo esterno.
Cercarlo all'esterno significa esaurirsi e sollecitare lo scoraggiamento.
Pure, la nostra devozione verso le cose esterne come unica realtà è tanto forte che molti di noi devono passare attraverso un'esplorazione o un dramma esterno per alimentare la ricerca interiore.
Persino questo è sospetto, perché il Graal è sempre immediatamente disponibile e lo si ottiene più facilmente spogliandolo dell'isolamento che lo circonda che non compiendo azioni creative.
È una realtà interiore, è visione, poesia, esperienza mistica e non può essere reperito in alcun luogo esterno.
Cercarlo all'esterno significa esaurirsi e sollecitare lo scoraggiamento.
Pure, la nostra devozione verso le cose esterne come unica realtà è tanto forte che molti di noi devono passare attraverso un'esplorazione o un dramma esterno per alimentare la ricerca interiore.
Persino questo è sospetto, perché il Graal è sempre immediatamente disponibile e lo si ottiene più facilmente spogliandolo dell'isolamento che lo circonda che non compiendo azioni creative.
Un proverbio medioevale cristiano dice: «Cercare Dio è insultare Dio».
Questo sottintende che Dio è sempre presente e che cercarlo costituisce un rifiuto di questo fatto.
Un mio amico chirurgo usa dire: «Non aggiustare quello che non è rotto».
Ed è solo un'estensione di ciò il dire: «Non cercare quello che è a portata di mano».
Ma noi siamo occidentali e dobbiamo cercare per imparare che non vi è ricerca.
Questo sottintende che Dio è sempre presente e che cercarlo costituisce un rifiuto di questo fatto.
Un mio amico chirurgo usa dire: «Non aggiustare quello che non è rotto».
Ed è solo un'estensione di ciò il dire: «Non cercare quello che è a portata di mano».
Ma noi siamo occidentali e dobbiamo cercare per imparare che non vi è ricerca.
C'è una storia cinese che illustra bene questo concetto. Un pesce udì degli uomini che, sul molo, parlavano di una sostanza miracolosa chiamata acqua.
Il pesce ne rimase così affascinato che riunì i suoi amici pesci e annunciò solennemente che sarebbe partito alla ricerca di questa materia miracolosa. I pesci celebrarono una cerimonia adeguata e lo mandarono per la sua strada. Passò molto tempo ed essi lo consideravano ormai disperso nel suo viaggio periglioso quando lo videro nuotare verso casa, invecchiato, stanco, logoro. Si affrettarono verso di lui, lo salutarono e gli chiesero pressanti: «L'hai trovata? L'hai trovata?» «Sì,» rispose il vecchio pesce, «ma voi non credereste a ciò che ho trovato.» Detto questo, il vecchio pesce si allontanò nuotando lentamente.
Il pesce ne rimase così affascinato che riunì i suoi amici pesci e annunciò solennemente che sarebbe partito alla ricerca di questa materia miracolosa. I pesci celebrarono una cerimonia adeguata e lo mandarono per la sua strada. Passò molto tempo ed essi lo consideravano ormai disperso nel suo viaggio periglioso quando lo videro nuotare verso casa, invecchiato, stanco, logoro. Si affrettarono verso di lui, lo salutarono e gli chiesero pressanti: «L'hai trovata? L'hai trovata?» «Sì,» rispose il vecchio pesce, «ma voi non credereste a ciò che ho trovato.» Detto questo, il vecchio pesce si allontanò nuotando lentamente.
C'è un'analogia molto istruttiva tra il viaggio di Parsifal e il viaggio di Cristo.
Le due storie si assomigliano per molti aspetti, con l'importante differenza che l'uomo molto saggio, Cristo, compie la ricerca nel modo giusto.
Ma dovette anch'egli passare attraverso tutte le fasi, senza saltarne alcuna.
Quando Cristo, all'età di dodici anni, si recò al tempio e rimproverò i genitori, questo fu il suo primo castello del Graal.
Egli toccò qualcosa di molto profondo: la propria forza, il proprio essere uomo. Questo contatto non lo ferì, perché comprese.
In seguito, dovette fare ritorno al castello del Graal una seconda volta per prendervi residenza permanente.
Fece tutto questo in modo molto saggio, lasciandoci un prototipo da seguire.
Io amo il mito del Graal del dodicesimo secolo perché ci offre una descrizione più terrena e umana del nostro cammino.
Riconosco maggiormente Parsifal che non il martire in me stesso.
Le due storie si assomigliano per molti aspetti, con l'importante differenza che l'uomo molto saggio, Cristo, compie la ricerca nel modo giusto.
Ma dovette anch'egli passare attraverso tutte le fasi, senza saltarne alcuna.
Quando Cristo, all'età di dodici anni, si recò al tempio e rimproverò i genitori, questo fu il suo primo castello del Graal.
Egli toccò qualcosa di molto profondo: la propria forza, il proprio essere uomo. Questo contatto non lo ferì, perché comprese.
In seguito, dovette fare ritorno al castello del Graal una seconda volta per prendervi residenza permanente.
Fece tutto questo in modo molto saggio, lasciandoci un prototipo da seguire.
Io amo il mito del Graal del dodicesimo secolo perché ci offre una descrizione più terrena e umana del nostro cammino.
Riconosco maggiormente Parsifal che non il martire in me stesso.
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