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sabato 13 novembre 2010

mito di Psiche - 2

L’INQUIETUDINE, sia nella donna che nell’uomo moderno, deriva dalla collisione tra la sua parte di Afrodite e la sua parte di Psiche. L’avere un quadro di riferimento che serva a capire il processo può essere d’aiuto, perché vedendo ciò che STA accadendo, ci si trova già sulla buona strada verso una nuova coscienza.
Riconoscere Afrodite è molto importante. (vedi collegamento con la ferita del re Pescatore)

La giovinezza di Psiche
"Caos in our mind" di Nadagemini

Ora che abbiamo i rudimenti sulla natura di Afrodite (l’antico e più primitivo livello di femminile), osserviamo la nuova arrivata sulla scena: Psiche che nasce da una goccia di rugiada caduta sulla terra.
La terra è il simbolo della coscienza, passiamo dall’oceano alla terra. Invece delle proporzioni oceaniche dell’inconscio senza confini, abbiamo a che fare acque più gestibili, più formate come una goccia di rugiada.
La natura di Psiche è così magnifica, così incorporea, così virginale trasparente, da renderla assolutamente adorabile ma non corteggiabile.
Si tratta di un’esperienza terribilmente solitaria e la povera Psiche non riesce a trovare marito.(single?)
In questo senso c’è una Psiche in ogni persona ed è profondamente sola.
Ogni persona è in parte figlio di re: troppo bello, troppo perfetto, troppo profondo per il mondo comune.
Quando la donna (uomo) si ritrova sola e incompresa, quando scopre che gente è gentile con lei ma si mantiene un po’ distante, allora ha trovato in sé la natura di Psiche.
E’ una condizione terribilmente dolorosa.(la ferita del re pescatore dov’è?)
Le donne sono (erano) spesso consapevoli di questa situazione, senza tuttavia conoscerne l’origine, che sta nella natura di Psiche, e non ci si può fare nulla (se non accettarla e viverne l’intensità e la potenza, lasciandola esprimere).
Quella parte rimarrà intoccata, non relata, non sposata per la maggior parte della vita.
(E’ la parte “madonna”, e coloro che riescono a sposare questa parte dell’altro, ne restano abbagliati, stravolti, stregati. Si crede, erroneamente, che questa appartenga solo alle donne. NON E’ VERO.
Una donna che riesca a sposare la parte Psiche di un uomo, cosa davvero rara, avrà accesso ad un mondo di semi di vita infinito. Come un uomo a cui sarà concesso di sposare la parte Psiche di una donna, potrà contare a vita su una forza inestinguibile che mai più lo abbandonerà.
PENSATECI e non abbiatene paura)
Quando si cerca di portare la propria Psiche nel dare e prendere dei rapporti quotidiani, si verificano le situazioni più assurde.
Quando Psiche predomina ci si trova davanti ad un compito molto doloroso. Se è donna scoppia in lacrime esclamando “nessuno mi capisce!”, (se è uomo invece, diventa logorroico, strano vero?..la logorrea è afroditica e l’uomo non riesce a fermarsi nel passaggio di mezzo. Se lo fa, entra nella ferita del Re Pescatore)
Ed è vero, nessuno la capisce.
(se al “nessuno mi capisce” la donna non si ferma e quindi NON accetta la sua totale solitudine, scivola nel “fare compulsivo”, che siano i lavori domestici o forme di arte varia o volontariato…non cambia. Non si è fermata e quindi Afrodite ha preso possesso di lei)
Se si conosce questa qualità e si riesce a toccarla, prima che muti in isteria afroditica, la grande bellezza di una Psiche può essere resa cosciente ed una nobile evoluzione può cominciare..
Essere molto belli porta in un problema ancora più complesso.
Marilyn Monroe rappresenta un buon esempio di questa situazione. Adorata da tutti, non riuscì mai ad entrare in un rapporto di vera vicinanza con qualcuno. Alla fine trovò questa situazione intollerabile.
Persone di questo genere sembrano essere portatrici di qualità divine, di una perfezione pressoché inavvicinabile.
Se qualcuno lo capisce, può essere che metta in moto lo sviluppo che viene richiesto a Psiche, ma non è facile.
C’era un film nel quale due persone, entrambe orribilmente sfigurate, s’innamoravano una dell’altra.
Attraverso la magia di Psiche essi si rendevano l’un l’altro infinitamente belle e il film raccontava la storia d’amore tra queste due persone.
Alla fine del fil, la telecamera tornava a riprendere le due immagini sfigurate dell’inizio, ma il pubblico sapeva dove era stato: aveva visto il dio e la dea interiori.

2 commenti:

  1. Lascio che brandelli di immagini evovate da questi tre paragrafi penetrino in me..Non voglio dare ordine, vado come mi risuona dentro..Sento una grande nostalgia di Afrodite, o meglio, un vuoto di quell’istinto basilare selvaggio e libero c...he è sempre stato vivo dentro di me, a stento agito all’esterno perché troppo presto ho deciso che sarei stata “quella buona”. Forse rinunciando ad essere vera fino in fondo. E intanto il Re Pescatore fa eco con la mia caduta, la ferita forse arrivata troppo presto.. una ferita che non è nata da un trauma ma dalla disillusione, dal vedere il mondo per quello che è e scoprire che il dentro e il fuori non coincidevano. Il mio dentro, il “loro” fuori, presto diventato anche il mio. E Afrodite chiamava, se non fossi stata occupata a gestirmi il re Pescatore, chissà.. l’avrei abbracciata allora e adesso saprei che non c’è né parte buona né parte cattiva.. Da bimba con il marchio della “buona” sulla fronte, mi sono messa in viaggio e sono andata lontano, tanto nessuno se ne accorgeva, nessuno avrebbe potuto fermarmi…ma non mi sono mai mossa da dove ero, il mio viaggio è stato sempre di me, troppo dentro. Oggi sento come in questo mio viaggio avrei voluto incontrarmi Afrodite e sbraitare quando e quanto mi pareva, fertilizzandomi e fertilizzando, ma stavo lì, alla ricerca di qualcuno che mi salvasse: sesentivo premere la mia parte selvaggia le davo uno sberlone, come a dire “guarda che se ti prendi spazio faccio brutta figura. Si, certo, di te mi prendo la corte dove sono regina ed ancella ad un tempo, ma nessuno deve accorgersi di questo, per il mondo io sono una regina che ha rinunciato alla sua femminilità istintiva e selvaggia, noncurante della etichetta “
    Mi sono sentita impotente nel mio regno, ed ancora oggi questa sensazione di impotenza è la mia nota dominante..Ho lasciato il mio regno per cercare di sanare la mia ferita, ma non avevo il coraggio di chiedere aiuto, dovevo essere forte, non potevo permettermelo, non ne avevo il diritto. Mi sono scissa: quella me che cercava di rialzarsi e piangeva silenziosamente, da una parte, quella me che aiutava gli altri a rialzarsi…e poi quell’altra, quella che osservava…. Ho imparato ad osservare, forse per sanare il dolore, ad estraniarmene per poi ributtarmici a capofitto e poi ancora dedicarmi al dolore degli altri. Credo di avere vissuto a lungo così, fertile nell’animo, fertile nella mia capacità di generare..ma ferita, troppo ferita dentro, anche se sapevo come fare perché “il pubblico” non se ne accorgesse. Ferita perché impotente di fronte alla poca chiarezza del mondo: per cercare di salvarlo e di salvarmi, ho scelto di essermi torbida, di farmi andare bene le cose, di fare dietro front di fronte a quella presa di coscienza “necessaria”. Fino a un paio di anni fa….L'energia di questi due miti mi chiama...vedremo...

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  2. Non nascondo che è la prima volta che leggo il suo blog e in primis devo dire che è molto interessante, leggendo questo articolo nella mia mente si sono formate parecchie domande e molte riflessioni sull'essere (sopratutto riflessioni sulla parte psiche).
    In secondo piano volevo ringraziarla di aver postato una mia raffigurazione "caos in our mind"

    Cordiali saluti

    Francesco Maggi [NadaGemini]
    per gli amici Nada XD

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