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giovedì 25 novembre 2010

mito di Psiche - 6


Qui ci troviamo in un mondo apparentemente molto semplice e scontato. Le mie note saranno pochissime, ma questo non significa che questo passaggio non sia cruciale, proprio perché sicuramente ognuno di noi ci è passato attraverso, e molti, se non quasi tutti, ci sono rimasti incastrati. 
Uomini e donne e nei ruoli esatti ed anche capovolti. A turno, o in contemporanea. Eros+Psiche….

In ogni caso, la Psiche del mito trova che il paradiso in cui vive è magnifico. Possiede tutto quello che si potrebbe de­siderare. Il suo dio-marito, Eros, sta con lei ogni notte.
Lui le impone solamente una restrizione: le fa promettere che lei non lo guarderà e non si informerà su nulla di ciò che lui fa. Lei può avere tutto quello che vuole, può vivere nel suo paradiso, ma non deve chiedere di conoscere lui. (Le donne conoscono gli uomini?Le donne e gli uomini attuali, quante volte si comportano così? )
Psiche si dichiara d'accordo. Vuole essere sua moglie e fare tutto ciò che lui desidera.
Quasi tutti gli uomini vogliono qualche cosa di simile dalla moglie: lei non deve chiedere la coscienza; lei deve fare le cose come vuole lui.
Lui vuole il vecchio matrimo­nio patriarcale, dove l'uomo decide tutte le questioni im­portanti, la donna dice di sì e non ci sono problemi. Ogni uomo ha in sé la speranza che andrà in questo modo e per un po' di tempo c'è la possibilità che il matrimonio proceda proprio così.
(Cosa leggete in questo “vecchio” schema? …zoomm……ri-zoommm…..iper-zoomm)
Per una qualche ragione, la Psiche che c'è in ogni donna (e uomo) deve attraversare, almeno brevemente, una fase in cui lei si sottomette totalmente a un uomo (donna). (E agli uomini non succede? Guardatevi questo film “La governante”)

E’ un livello archetipico che non può essere evitato. (per entrambi)
Forse si tratta dell'eco di una qualche pratica patriarcale primitiva nella quale lei si as­soggetta a lui. Ci sono residui del mondo patriarcale nelle nostre usanze, come per esempio nell'assunzione, da parte della donna, del cognome del marito. Psiche attraversa una simile esperienza patriarcale. Eros insiste perché lei non chieda nulla, lei si dichiara d'accordo ed entrambi vi­vono contenti in paradiso.
Ogni Eros immaturo è un creatore di paradisi. È adole­scenziale stare con una ragazza e prometterle che sarà feli­ce per sempre. Questo è Eros in fase reticente: vuole il pro­prio paradiso ma nessuna responsabilità, nessun rapporto cosciente.
In ogni uomo/donna c'è un po' di questo. La richiesta femminile di sviluppo (e, nei miti, la maggior parte dello sviluppo proviene dall'elemento femminile, sia esso archetipodonna o animale) terrorizza l'uomo.
(ora da dove viene la richiesta in questo mondo di adolescenti globali?Viene?)
Tutto quello che lui vorrebbe è semplicemente stare in paradiso. Ma tutti i paradisi sono sospetti: semplicemente, non funzionano bene. Sono l'in­fantilismo o lo stato adolescenziale di Eros (Eros è un puro Puer aetemus) a porre una richiesta simile.
Ascoltate gli amanti in innamoramento che costruiscono un paradiso; è così divertente e così bello! Qualcuno, sentendoli, potrebbe di­re: «Guardate che non andrà così». Ma loro non ascolte­rebbero; loro sono in paradiso.
C'è nell'inconscio dell'uomo un qualche cosa che deside­ra accordarsi con la moglie sul fatto che lei non gli porrà domande. L'atteggiamento dell'uomo è che il matrimonio esiste perché lui possa tornare a casa e tuttavia non deve costituire un ingombro; lui vuole essere libero di dimenti­carlo quando decide di concentrarsi su qualche cosa d'al­tro. Il matrimonio rappresenta un impegno totale per la donna; per l'uomo non è così. Ricordo una donna che mi disse di aver pianto per giorni quando aveva scoperto che il suo matrimonio era un puro dettaglio nell'esistenza del marito mentre per lei rappresentava tutta la vita. Ave­va scoperto Eros, il creatore di paradisi, nella natura del marito.

Pensateci bene: questa dissociazione è ora in NOI…siamo in innamoramento ma NON in Amore….verso noi stessi per primi. Prendere coscienza dell realtà, non è come uccidere il Cavaliere Rosso ed accettare di crescere ed essere noi artefici del reale paradiso?

1 commento:

  1. Innamorati di noi stessi senza tuttavia amarci veramente..é questo che ci tiene legati a Eros e alla illusione che il mondo senza radici nella terra sia quello vero ? In continuazione mi sono innamorata dell'immagine che proiettavo su di me o su qualcun altro, un'immagine che nascesa dal mio Mag-agere, dal mio portare dentro di me la condizione di Mago. Ci ho lavorato a lungo, su questo punto ma credo di essermi accorta solo da poco he questa Immaginazione spesso dava potere al Mago innamorato e non al Mago capace di amare. Amo quando incontro l'altro per come é e smetto di proiettare su di lui l'illusione che sia come io vorrei che fosse: ci caschiamo tutti quando ci innamoriamo e proprio per questo, se non abbiamo ancora imparato ad amare, prima o poi ci disamoriamo. Ho affrontato il Cavaliere Rosso, ora amo veramente. Aspetto qualche altra news su Psiche.....

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