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mercoledì 10 novembre 2010

mito di Parsifal - paragrafo 1

Il Re Pescatore

La nostra storia comincia con il castello del Graal in un momento molto problematico.
Il Re Pescatore, sovrano del castello, è stato ferito e le sue ferite sono tanto gravi che egli non può più vivere, pur essendo incapace di morire.
Si lamenta, chiede aiuto, soffre perennemente.
La terra si trova in uno stato di desolazione, poiché la terra rispecchia le condizioni del suo re, tanto all’interno (psiche), quanto all’esterno, nel mondo fisico.
Il bestiame non si riproduce, i semi non germogliano, i cavalieri vengono uccisi, i bambini sono orfani, le fanciulle piangono: ovunque c’è lutto, perché il Re Pescatore è ferito.

L’idea che il benessere di un regno, dipenda dalla virilità o dal potere del suo sovrano è piuttosto comune, specialmente tra le popolazioni primitive (zoom).
Tutt’ora, in certe parti primitive della terra, vi sono regni in cui il re viene ucciso quando non può più produrre eredi.
Egli viene semplicemente ucciso in modo rituale, qualche volta lentamente, qualche volta orribilmente, poiché si crede che il regno non prospererà sotto un re che si sta indebolendo.
Tutto il castello del Graal è in pena perché il Re Pescatore è ferito.
Nel mito l’inizio ha due versioni, perché due sono i punti di vulnerabilità: la bocca e l’inguine. (importante prestare grande attenzione a questi due punti)
·         Anni addietro, nella prima adolescenza, quando il Re Pescatore conduceva una vita nomade da cavaliere, errando per i boschi era giunto ad un accampamento. Tutte le persone avevano lasciato l’accampamento, ma c’era un salmone che arrostiva ancora sullo spiedo.
Il cavaliere aveva fame: prese un pezzetto di salmone bollente dallo spiedo, si scottò le dita, le mise in bocca per sanarle, ma un pezzetto di salmone bollente (da sempre il simbolo del pesce evoca Cristo) gli rimase in bocca, ferendolo.
·         Anni addietro, nella prima adolescenza, quando il Re Pescatore sopraffatto dall’amore passionale uscì a caccia di esperienze amorose, si scontrò con un altro re, un pagano musulmano, che, avendo avuto visione della Vera Croce, era uscito a cercarla.
Appena si videro, si lanciarono, armi in resta, l’uno contro l’altro. Ci fu un terribile scontro in cui il re pagano perse la vita e il Re Pescatore ricevette la ferita all’inguine che avrebbe devastato il suo regno per così tanti anni.
Il Re della Visione ed il Re dei Sensi si affrontano in un tremendo duello.
L’istinto a la natura ora improvvisamente toccati da una visione dello spirito, si scontrano con il puro spirito toccato dalla visione dell’stinto e della natura!
Questo è il crogiuolo in cui l’evoluzione più alta può avere luogo…oppure un conflitto mortale, capace di distruzione psicologica.(zoom)
Rabbrividisco di fronte alle implicazioni di questo scontro, poiché esso ci lascia l’eredità della nostra natura sensuale uccisa e della nostra visione cristiana penosamente ferita.

Difficile che un uomo moderno possa sfuggire a questa collisione nel corso della sua vita, ed è probabile che ne esca nel triste stato descritto dalla nostra storia.
La sua passione è morta, uccisa, e la sua visione è gravemente ferita.
C’è molto da imparare dalla simbologia del Re Pescatore ferito.
Il salmone (visione Cristica) ferisce il giovane: il ragazzo, nella prima adolescenza entra in contatto con un qualcosa della natura cristiana che c’è il lui, ma lo fa troppo presto.
Ne viene inaspettatamente ferito e allora lo lascia immediatamente cadere come se scottasse, ma un pezzettino entra nella sua bocca ed egli non potrà mai dimenticare questa esperienza: il suo primo contatto con quella che, più avanti nella vita, sarà per lui redenzione, ora è solo ferita.
Il primo impatto con la Coscienza, in adolescenza è una Ferita e una Sofferenza.
La prima esperienza del Giardino dell’Eden è vissuta come ferita e sofferenza, e sarà redenta (raramente) dall’illuminazione, solo molti e molti anni più tardi.
La maggior parte degli uomini occidentali sono Re Pescatori.
Tutti i ragazzi inciampano in qualche cosa che è più grande di loro: procedono lungo il loro sviluppo maschile ed a metà strada lo lasciano cadere perché scotta troppo e ne consegue una certa amarezza, un senso di totale sconfitta, perché, come il Re Pescatore, non riescono né a convivere con la nuova coscienza che hanno sfiorato e neppure a lasciarla cadere del tutto.
Ogni adolescente riceve la ferita del Re Pescatore: non potrebbe mai procedere lungo la strada della coscienza se così non fosse.
La chiesa definisce questa ferita “felix culpa”, la “colpa” felice (importantissimo questo passaggio!!), che apre la via al processo di redenzione.
E’ l’abbandono del Giardino dell’Eden, il graduale spostamento da una coscienza ingenua alla coscienza di sé (o coscienza cristica).

E’ estremamente doloroso guardare un giovane che prende coscienza che la vita non è soltanto gioia e felicità: assistere alla disintegrazione della sua bellezza, fede ed ottimismo infantile.
E’ molto doloroso ma NECESSARIO (ricordatevi bene questo termine): se non veniamo espulsi dal Giardino dell’Eden, non vi è alcuna possibilità di una Gerusalemme Celeste.
La liturgia cattolica del Sabato Santo recita un bellissimo verso: “ Oh felice caduta, occasione sublime di una redenzione sublime!”
(Fate molta attenzione a questo passaggio, dove la fede cieca, lascia lo spiraglio per vedere la realtà delle cose, ed uscire dalle illusioni: questa è la Ferita).
La ferita del Re Pescatore può coincidere con un evento specifico, come per esempio subire un’ingiustizia, l’essere accusati di qualche cosa che non si è commesso.
Jung racconta nella sua biografia che, una volta, un professore lesse i compiti dei suoi compagni di scuola in ordine di merito, senza leggere il suo. Alla fine il prof disse “ E ora qui c’è il compito senz’altro migliore, ma che è stato sicuramente copiato. Se avessi trovato il libro da cui è stato copiato, non esiterei ad espellere questo studente”. Jung, che si era molto impegnato per quel compito, vide la realtà di come gli altri lo vedevano, non ebbe più “fede” nel professore e nella scuola.
Questo episodio fu una delle ferite del Re Pescatore di Jung, che lo portò in un percorso doloroso, poi ovviamente redento, come abbiamo potuto vedere.

1 commento:

  1. Il mio commento (lo premetto per dichiarare quale sia la mia possibilità di interazione con questo post) è, in questo momento, quello di una persona che interroga chi (Elisa) può dare risposte. Nello stesso tempo sono una persona si confronta col suo passato di adolescente e la sua vita di insegnante.
    Estraggo dal post due frasi, ma dovrei dire due "ferite"
    1 - Il primo impatto con la Coscienza, in adolescenza è una Ferita e una Sofferenza.
    2 - E’ estremamente doloroso guardare un giovane che prende coscienza che la vita non è soltanto gioia e felicità: assistere alla disintegrazione della sua bellezza, fede ed ottimismo infantile.

    La prima riguarda me stessa, e vorrei mettere qui una mia foto di allora; forse mi spiegherei meglio.
    La seconda riguarda l'avere lungamente insegnato a ragazzi di età compresa tra i 15 e i 18 anni.
    Quello che riguarda me non credo possa rimarginarsi, in passato l'adolescenza era addirittura oggetto di derisione, di definizioni sarcastiche. Me ne viene in mente una "Non siete né
    carne né pesce". Credo sia emblematica.
    Guarda caso....

    Per quello che riguarda invece l'adolescere (il fiorire) dei miei ragazzi, loro non riesco ancora oggi chiamarli diversamente, posso dire che ho cercato di avere rispetto per loro; assistere alla loro presa di coscienza è stata la mia vita quotidiana. Però questo post mi ha aiutato a capire perché ho sempre (almeno spero...) cercato ostinatamente di difenderli non da chi assumeva nei loro confronti un atteggiamento severo, ma da chi li considerava senza rispetto.
    Io presuntuosamente (?) affermo che non pur non possedendo il linguaggio e le analisi di Elisa sono entrata in contatto con quella dimensione.
    A scuola certamente.
    Come madre non oso dire nulla, non voglio nemmeno pensare, in questo momento, di aver potuto aggiungere ferite a ferite. Spero di no.

    Sarebbe tuttavia importante fare arrivare queste conoscenze a chi ha a che fare con i giovani.
    Al di là di tutto questi post parlano di noi.

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